Villa Barbarigo, Rezzonico

Noventa Vicentina, centro sorto nella pianura a sud dei Colli Berici con le bonifiche benedettine altomedievali, sviluppa il nucleo storico attorno al complesso della villa della potente famiglia dogale dei Barbarigo, qui presenti dal 1540. Spetta ad Andrea Barbarigo la costruzione della villa nel 1588, incaricando un ignoto architetto, forse Giovanni Venturin operante nella cerchia di Palladio.
Il complesso, che dopo l'abbattimento delle mura di recinzione agli inizi del Novecento, funge da centro del paese, era originariamente formato da due unità distinte: una signorile e una economica, entrambe recintate, ma divise dalla strada principale. A sud, due monumentali barchesse affrontate a diciasette fori architravati partiti da colonne tuscaniche giganti definivano una vastissima aia quadrata. A nord sorge la residenza signorile, inquadrata dalle due barchesse e chiusa entro brolo. Il prospetto principale, rivolto a sud verso le barchesse, presenta uno zoccolo terreno forato da piccole e basse finestre con cornici a bugnato. Sullo zoccolo si elevano altri tre piani. Al settore mediano aggettante è stato addossato successivamente un doppio pronao, concluso da timpano triangolare, retto da colonne tuscaniche al primo piano e ioniche al secondo. Due scale parallele a una rampa salgono al pronao.
I due ampi settori laterali sono forati al primo piano da logge architravate rette da colonne tuscaniche binate, mentre il piano superiore presenta quattro assi di finestre centinate concluse da alta cimasa. Una fascia marcapiano evidenzia il sottotetto forato da basse finestrelle rettangolari. Sul tetto si ergono quattro camini sormontati da cuspidi.
La facciata posteriore a nord è più semplice e presenta tre corpi in aggetto, uno centrale e due laterali, contenenti i vani scala aggiunti nel secondo Ottocento.
A nord dell'antico brolo-giardino si trovano due torri colombare oggi isolate, ma in origine unite da una struttura bassa e lunga, probabilmente la limonaia.
Il primo piano della villa presenta una grande sala a croce greca con quattro stanze angolari e due saloni rettangolari affacciati sulle logge dei corpi laterali. Gli interni conservano una fastosa decorazione a fresco celebrativa dei Barbarigo (in parte riscoperta nei restauri del 1955-1958) dei pittori Antonio Vassilacchi, Antonio Foler, Alessandro Maganza. Il piano superiore presenta nel settore centrale tre sale a sud e un salone a nord, decorati a metà Seicento con prospettive d'invenzione e figure mitologiche attribuite a Luca da Reggio e Lorenzo Bedogni.
La villa, passata ai Loredan e quindi ai Rezzonico, è stata acquistata nel 1836 dai Padri Mechitaristi di San Lazzaro a Venezia per diventare sede comunale nel 1891.
La villa è sede degli uffici pubblici ed ospita eventi culturali.