Villa Pegolotto, Baglioni

Via Roma, 59 - 35010 - Massanzago (PD)

Costruzione: 1600
Architetto: Sconosciuto
Contesto ambientale: Urbano

L’attuale Villa Baglioni di Massanzago fu fatta erigere verso la fine del XVII secolo dall’aristocratico veneziano Alvise Lombardo. Sebbene l’architetto che diresse la costruzione della fabbrica rimanga ignoto, è tuttavia possibile dare un termine ante quem per la consegna del nuovo edificio alla famiglia Lombardo, ascrivendolo presumibilmente agli anni ottanta del 1600, come testimonierebbe l’iscrizione posta sulla campana del piccolo oratorio che chiude il prospetto orientale della villa: MDCLXXXVI. Il palazzo di Massanzago rimase inalterato nelle mani delle figlie di Alvise Lombardo, Lucietta e Lucrezia, che ne godettero comunemente fino al 1718. Fu in quell’anno, infatti, che Giovanni Battista Baglioni (1659-1724), erede della ricca famiglia di librai e stampatori di origine lombarda trasferitasi a Venezia, entrò in possesso della residenza dominicale dalle sorelle Lombardo, due anni dopo l’acquisto del titolo di conte a seguito dell’ormai consueto, cospicuo esborso di ducati alla Serenissima Repubblica di Venezia, impegnata in quel periodo in costose guerre contro l’Impero Ottomano. Dell’aspetto esterno della villa nel periodo che precedette il suo innalzamento di un piano per volontà dei nobili Baglioni permane un documento eccezionale per importanza iconografica e valore artistico qual è l’olio su tela di Luca Carlevarijs, in cui il maestro friulano ritrae l’arrivo dei conti nella loro nuova residenza di villeggiatura. L’impegno che i Baglioni dedicarono a dare alla loro dimora di campagna l’immagine di una lussuosa villa gentilizia continuò per diversi anni per opera soprattutto di Giovanni Battista Baglioni, che tra il 1718 e il 1720 fece innalzare la villa e affrescarne il salone nobile al primo piano dal più promettente fra i giovani artisti del tempo, Giambattista Tiepolo, e del figlio Giovanni Antonio Baglioni (1705-1754), che portò al massimo splendore il giardino e il parco a meridione della villa e abbellì il pianterreno del corpo centrale con gli affreschi e gli stucchi di gusto rococò eseguiti verso la metà del Settecento da Antonio Zucchi. È questo il periodo di maggiore prestigio per Villa Baglioni, visitata, tra gli altri, dal commediografo veneziano Carlo Goldoni, che celebra con alcuni versi in ottava il matrimonio di Caterina Baglioni con Lorenzo Minelli, elogiando la monumentale dimora di villeggiatura e lo scenografico giardino all’italiana come uno dei più significativi risultati della civiltà delle ville venete: Seguito a dir: Sta Casa gh’ha in campagna Una delizia detta Massanzago: In Italia, in Germania, in Franza, in Spagna Fursi un logo no gh’è più ameno e vago. Mi almanco non ho visto la compagna Ai viali, ai verdi, a le cedrere, al lago. Intorno alla prima metà dell’Ottocento, però, una forte crisi nel settore dell’editoria portò lentamente i conti Baglioni incontro al declino, unitamente al prestigio e alla ricchezza del casato nobiliare. La difficile situazione economica e gli ingenti debiti in cui i nobili si trovarono a versare agli inizi del nuovo secolo li costrinse infatti ad alienare dapprima gli appezzamenti terrieri, per poi intaccare le stesse proprietà immobiliari. A partire dal 1919 Cecilia Baglioni, erede del padre Giovanni Antonio, cominciò a vendere gradualmente la villa di Massanzago a Pietro Malvestio, già affittuario dei conti; analoga sorte toccò al palazzo veneziano in parrocchia San Cassiano, che rimase di proprietà dei Baglioni fino al 1919. Pochi anni più tardi, il signor Malvestio decise di vendere il corpo centrale, l’ala a oriente e parte del parco della villa, già ridotto nelle sue dimensioni e nel suo originario sfarzo settecentesco, al Comune di Massanzago per la somma di centomila lire. Fu l’inizio di un graduale declino della villa, che si trovò a fungere da abitazione privata, scuola locale e ospedale militare durante i conflitti bellici della Seconda Guerra Mondiale, con conseguente smembramento dei saloni interni in funzione delle nuove esigenze e alterazione delle originali decorazioni a stucco e ad affresco. Il recupero degli interni, finalizzato al restauro e alla salvaguardia degli ambienti monumentali e delle opere artistiche conservatevi, iniziò con gli anni ‘70 dello scorso secolo, e ha portato a un sensibile miglioramento della qualità visiva e cromatica dell’impianto decorativo e pittorico della villa, e al recupero di metà dello storico parco all'italiana con portali e statue del Seicento e Settecento.

Eccellenze del contesto: Santuari antoniani di Camposampiero (PD); Villa Cornaro e Villa Marcello a Piombino Dese; centro storico medievale di Noale (VE).

Eccellenze della villa: Giardino e parco storico a meridione della villa con portali e statue; affreschi e stucchi di Antonio Zucchi (circa 1756) al pianterreno del corpo dominicale; ciclo pittorico ad affresco di Giambattista Tiepolo (1718-1720) al piano nobile; oratorio gentilizio con statue di Gian Maria Morlaiter (circa 1738).

 

ACCOGLIENZA E SERVIZI

Visite: Parco, corpo dominicale e oratorio gentilizio.
Periodi di apertura: Tutto l'anno.

Orari di apertura: Dal lunedì al sabato 9:00-13:00; martedì, mercoledì e giovedì 14:00-18:00. Altri orari su appuntamento.
Biglietto d'ingresso: € 5,00 per la visita degli interni (gratuito per under 10 e over 65, studenti, accompagnatori e guide turistiche). Gratuito l'accesso al parco.


Servizi: Accessibilità Disabili, Ascensore, Parcheggio Auto, Bagni pubblici, Possibilità foto, Parcheggio Bus, Sale Congressi, Giardino

 

COME ARRIVARE

In Auto: Uscita A4 PD est, SR 308 direzione Castelfranco Veneto, uscita Camposampiero e quindi segnaletica SP 31 per Massanzago.

In Aereo: Aeroporti "A. Canova" di Treviso e "M. Polo" di Venezia.

In Treno: Stazioni FS di Camposampiero (PD) e di Noale (VE).

In Autobus: Autolinea SITA Padova-Trebaseleghe (fermata Massanzago centro).

In Bicicletta: Antica viabilità del graticolato romano.

 

VILLA PEGOLOTTO, BAGLIONI

Via Roma, 59
35010 - Massanzago (PD)

 

INFORMAZIONI E CONTATTI

Tel: 049 5797001   -  Fax: 049 9360020
Email: cultura@comune.massanzago.pd.it
Web: www.comune.massanzago.pd.it

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